LAGO DEL TRUZZO | Valchiavenna-Italia
- Ale & Link
- 29 ago 2014
- Tempo di lettura: 6 min

Eccoci! Con questa avventura, che ha aperto il mio cuore verso le montagne, apro le porte di questo blog.
Spero che i nostri racconti un pò pazzi, possano trasmettervi la voglia di conoscere le montagne, di conoscere il nostro bellissimo paese e che vi aiuti ad evitare alcune,,,,,,ehm,,,,cavolate fatte da noi in precedenza.
Il mio amore per le montagne, nasce al fine di guarire un mio dolore interiore, per poi trasformarsi nella mia vita stessa.
Torniamo ad allora, all'Agosto 2014. Stanca di crogiolarmi nel torpore e nella confusione, decido così, di partire per una meta a caso. Il mio consigliere, mio fratello maggiore, la sera prima guarda google maps alla ricerca di qualcosa di interessante. Cerca che ti ricerca, incappa in un nome, che ci fa scappare qualche battuta: Lago del Truzzo. Guardiamo qulache info e mio fratello mi dice: "Ale...sono 4 ore di cammino! Non sei allenata, guarda che non ce la fai! Prima devi fare allenamento". Ma vaaaaaaa!!!! Io ce la faccio! Cammino sempre con Link, sono già allenata!.......eeeh...quell'euforia di voler uscire da un tunnel ti fa credere di essere onnipotente XD
Sta di fatto, che decido che il giorno dopo si parte, nonostante le previsioni siano incerte. Preparo tutta l'attrezzatura e vado a dormire.
La mattina dopo il tempo non è dei migliori e incomincia a piovigginare, ma io me ne sbatto altamente, prendo la macchina e parto con Link alla conquista.
Per fortuna arrivati a Lecco il tempo lascia spazio a qualche raggio di sole e presto incomincia a fare davvero caldo.
Per raggiungere il sentiero di partenza, occorre staccarsi dalla Statale dello Spluga a livello di San Giacomo Filippo, imboccare sulla sinistra una stretta strada asfaltata che, dopo una ventina di tornanti, raggiunge le case di Olmo, disposte su una bella spalla erbosa.

Da quì proseguiamo lungo la strada per andare a raggiungere, in
leggera discesa, il fondo della Valle del Drogo; superato il ponte sul
torrente, posteggiamo la macchina nel parcheggio della centrale
idroelettrica di San Bernardo, a circa 1100 metri di quota.
Scendiamo dalla macchina e notiamo una signora, intenta ad ammirare lo spazio intorno a se, seduta su di una roccia. Ci avviciniamo e le chiedo se il sentiero di partenza per raggiungere il Lago del Truzzo è giusto. Lei mi guarda sorridente e dice: "Certo cara, è proprio quello lì il sentiero" poi preoccupata "Ma cara è un pò tardi per salire....sei da sola?" So che è un pò tardi ma ci proviamo comunque, e non sono sola ho il cane con me "Ma non è molto sicuro, da soli, soprattutto per una ragazza giovane come te, il sentiero è pericoloso!" Cerco di tranquillizzarla per quanto possibile, la ringrazio e imbocco con Link il sentiero.

Dopo circa 10/15 minuti incontriamo subito una biforcazione: dritto davanti a noi continua il sentiero in salita, mentre a sinistra troviamo un ponte che attraversa il torrente.

Ancora oggi non so dire il perchè prendemmo per sinistra. Mi accorsi,
poi, che non era la direzione giusta, ma ormai erano già le 10 e col cavolo che tornavo indietro! Andando sempre più avanti, mi accorgo che sulla destra si trova il piccolo borgo di Sant'Antonio.
Un insieme di piccole casette di Pietra. C'è un solo modo...uno solo....attraversare il torrente! XD
Così tentiamo la traversata, con io che ancora da novellina non penso di togliere scarponi e calze...e....splash! Addioooo calziniii!!! Link se la cava, anche se mi guarda malissimo. Risaliamo le collinette erbose e prima di raggiungere le case, mi fermo per togliere le scarpe e strizzare i calzini......Link non so se per ripicca....decide di battezzare il mio zaino......eddai! Ripartiamo, con la violenza appresso visto che odio tremendamente i piedi bagnati e umidi. Sant'Antonio è un borghetto davvero molto bello, costituito da casette abbracciate dal bosco e dai suoi profumi. Ormai quasi tutte le case sono state abbandonate in attesa dell'estate successiva e ci si poteva far cullare da un dolce silenzio, interrotto solo da qualche frizzante cinguettio.

Incontriamo solo un signore su una sdraio, che si gode nel silenzio il calore del sole. Ci vede arrivare e mi saluta, chiedendomi dove mi stessi dirigendo. Gli rispondo che stiamo andando al Lago del Truzzo e tutto preoccupato mi chiede: "Ma da sola vai?".....eh si, siamo io e il mio cane "Che coraggio che hai, sei molto giovane! Buona fortuna!"....che è oh! non è che vado a morire eh!
Procediamo oltre e in località Caruga, troviamo un bivio con indicazioni per il Rifugio Carlo Emilio; svoltiamo dunque a destra, andando a intraprendere la salita al Lago del Truzzo, che richiederà un paio d'ore.
Il selciato sale dapprima con pendenza moderata e seminascosto dall'erba, sorpassando ancora qualche casetta e qualche mucca intenta a brucare l'erba, divenendo poi sempre più evidente e salendo con maggiore decisione.

Lungo il percorso incontriamo con lo sguardo panorami che lentamente si aprono in fondo alla valle, con la vegetazione in continuo mutamento. Mano a mano che saliamo la mulattiera diventa sempre più bella e precisa ad ogni tornante. Il percorso è sempre ben visibile e molto curato. Non come i miei piedi, che ormai sono nascosti dalle vesciche!
Il percorso è abbastanza esposto sotto il sole, perciò se andate con il vostro amico a quattro zampe, magari evitate i periodi più caldi. A parte il caldo non vi sono particolari altre accortezze, tranne magari qualche tratto dove le piccole cascatelle rendono il tratto un pò scivoloso, ma per i cani non è un gran problema, solo bisogna aver un pò di accortezza in più.

Mano a mano che procediamo in salita, incontriamo anche qualche capretta che agevole si destreggia sulle pareti rocciose, e che incuriosita raggiunge i massi vicini.
Ormai i miei piedi, che hanno preso morte propria, escono dal bosco, ad una quota di circa 1750 metri, e incominciamo a percorrere il tratto più spettacolare del selciato.

Alcune piante di rododendri ci affiancano e ci accompagnano lungo gli stretti tornanti. Proseguiamo lungo quella che è la parte più suggestiva dell´itinerario a livello paesaggistico; la mulattiera continua a salire e io incomincio a chiedermi chi cavolo me l'ha fatto fare di andare in un posto del genere, che stavo morendo e che non ce la facevo più, ma col cavolo che mi sarei fermata.
Con sta maledetta pendenza che non si decide a smettere, raggiungiamo un balcone erboso: L 'Alpe Cornera.


Allora penso che ormai siamo arrivati! Col cavolo! Mi rendo conto piangendo, che ho ancora ottocento miliardi di tornanti da percorrere senza vederne la fine. Ormai sento solo il cantare delle marmotte, che timidamente ogni tanto sbucano fuori dai loro nascondigli e il suono familiare di due Poiane. Ce credo! sono in mezzo alle nuvole!

Una rampa in Pietra, stile Signore degli anelli, apre le porte all'infernale ultimo tratto, che ci porta sempre più in alto, verso gli edifici, guardiani della diga, addossati contro un enorme corpo roccioso e affacciati su di un vasto piazzale con annessa griglia di atterraggio per gli elicotteri.

Alle spalle del caseggiato, troviamo una bellissima, invitante e soprattutto lunghissima scalinata che ci conduce alla muraglia della diga del Truzzo. Siamo a 2080 metri di quota, e a circa tre ore e mezza di cammino dalla centrale a valle.
Il lago accolto dalla diga da un lato e sorretto dalle montagne dall'altro, ha dei colori davvero meravigliosi, che si alternano tra un blu profondo, un turchese, un azzurro e mille sfumature. Qualche pesciolino nuota vivace vicino le sponde, creando riflessi argentati sulla superficie.


Ci fermiamo vicino all'inizio della diga, per mangiare qualche panino e dissetarci, senza riposare poi molto, perché ormai col tempo perso ad inizio sentiero, non rimane molto tempo per iniziare la discesa di ritorno. Anche Link mangia e ogni tanto preso un pò dalla stanchezza socchiude un pò gli occhi, così decido di dargli ancora qualche minuto. Raccogliamo ancora una volta negli occhi quel meraviglioso paesaggio davanti a noi e incominciamo la discesa.
La discesa verso l'inferno, visto che i miei calzini ancora umidi sono come carta vetrata sulla pelle!!! Alla fine però ce la facciamo e arriviamo alla macchina, stavolta tenendoci sul sentiero principale, senza dover attraversare il torrente, anche se è molto più veloce. Ormai sono le 18 di sera e io devo correre come un fulmine a casa, che alle 19 ho la cena a casa dei miei!
Quindi per concludere:
TEMPO : ore 3:30/4 solo salita
DISLIVELLO : 1.100 m
DIFFICOLTÀ' : E (escursionistica)
RIFUGI: Rifugio Carlo Emilio (Il rifugio è chiuso e per accedervi occorre procurarsi le chiavi telefonando ai numeri 0343 34540 e 328 0877458 (chiedere del Sig. Ivo Geronimi).
BUONA AVVENTURA! :)
E ricordate che se avete qualche domanda, potete contattarmi tramite i link che trovate sul blog! ;)
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