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LAGO di SASSO🔼 PIZZO dei Tre SIGNORI | Val Biandino-Italia

  • Link & Ale
  • 9 ott 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

"Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna." W.B.

in Valsassina a Introbio esiste un sentiero che vi può portare ad innamorarvi del paradiso. Quì di seguito, come sempre, vi narro le gesta di noi cavalieri, sperando che possiate ricavarne qualche dritta. Sicuramente il primo consiglio che è: NON FATE TUTTO IN UN GIORNO! XD Noi lo abbiamo fatto e io ci ho lasciato la sciatica. Il percorso di per sé non è complicato, si tratta di un E (Escursionistico) di circa 4 ore, adatto a tutti fino al Rifugio, un po’ di meno fino al Lago di Sasso, dove la pendenza si fa sentire un pò e vi bussa alle gambe e ancora meno fino al Pizzo dei Tre Signori, se non siete un minimo allenati. E’ quindi vivamente consigliato in ogni caso un buon allenamento.

Si raggiunge Introbio – centro storico della Valsassina (a circa 16 km da Lecco). Dal centro del paese si prende la strada forestale, che trovate seguendo il cartello giallo con scritto Valsassina, percorrendola fino ad arrivare ad una sbarra con cartello che vieta il transito ai veicoli non attrezzati.

Potete lasciare la macchina poco prima di questa sbarra e proseguire a piedi lungo la “carrozzabile” . Volendo si può spingere la macchina sulla stradina poco assestata che si inerpica subito sopra Introbio con fatica fino ad un primo ponte. Qui si hanno due possibilità: o si prosegue lungo la strada asfaltata (sono circa 3ore di cammino), oppure si prende- immediatamente dopo il piccolo ponte situato sulla sinistra- il sentiero 40 che taglia in mezzo al bosco in direzione Val Biandino -rifugio Madonna della Neve. Salire oltre conviene solo se avete una macchina adatta alle strade di montagna.

La risalita a piedi, per la stradina e i tratti di sentiero che la tagliano, può essere faticosa, ma merita senza dubbio, soprattutto in autunno e primavera.

Nonostante la fatica, io e Link con un buon passo siamo riusciti a recuperare gli escursionisti già partiti al mattino presto....e tutti lo sanno che io vado in montagna senza nessun briciolo di competizione...neanche personale...perciò non è assolutamente vero che ho ingranato la quinta, e non è vero che non mi sono mai fermata a bere nonostante la mia gola fosse aggrappata alle mie guance, e neanche che per soffiare il naso e non smettere di respirare mi sono inalata 3/4 di fazzoletto..no no no....

Comunque a parte queste cose, ripeto non vere...importante è ricordarsi come sempre, che i cani vanno portati al guinzaglio, ma ve lo ricorderanno i cartelli disseminati per tutto il sentiero.

Una volta concluso questo tratto, che calcola un 2,30 ore, si arriva al Rif. Tavecchia (1510 m). Siccome nelle mie avventure considero anche gli amici a 4 zampe appunto...sappiate che se come me trattenete la pipì per ore e pensate che il rifugio vi possa salvare....pensate male! XD I cani hanno il divieto di ingresso!

Due signori molto gentili, che mi hanno visto bloccata alla porta si sono offerti di tenermi link, in modo che io potessi andare ai servizi e in un tempo record tornare indietro, dopo essermi immaginata dove fosse stato portato link durante il suo rapimento e di quanto fossi stata ingenua. Spiattellata sulla porta ho visto Link con il suo solito faccione ad aspettarmi e ringraziando i Signori, siamo ripartiti.

Dunque lasciato sulla sinistra il rifugio, in circa 15 minuti proseguendo sulla stradina bianco che si inoltra nella valle, si arriva all'antica chiesetta attaccata al Rif. Madonna della Neve (1595 m).

Quì trovate una fontana dove potete far abbeverare i vostri cani.

Da qui ci sono due possibilità: o prendete un sentierino indicato da cartelli segnaletici subito lì vicino, che attraversa i pascoli innalzandosi sulla sinistra, oppure continuate a seguire la strada bianca che supera le ultime case dell'Alpe Sasso in fondo valle, fino a invertire la marcia sul lato sinistro e con alcuni zig-zag si sale a ricongiungersi con l'altro sentiero. Solitamente il secondo tratto è consigliato in inverno perché meno in pendenza. Sicuramente il primo sentierino sulla sinistra è più duro ma partirete poi da una zona più sopra-elevata per arrivare al lago e potrete fare una sosta al rifugio S. Rita. Sta a voi decidere se fare fatica prima o dopo XD. In entrambi i casi calcolate 1,30 ora fino al lago.

Ancora un tratto di cammino quindi e si arriva al piccolo Laghetto del Sasso (1.992 m). Mantenendosi sul sentiero che prosegue passando sotto la variegata mole della parete del Pizzo dei Tre Signori, si arriva, sul versante opposto a salire al Rif.Grassi, fate attenzione col vostro amico a 4 zampe perché c'è un tratto da superare con una catena e un saltino finale da scalare un poco.

Quì potete fare una scelta da persone ragionevoli e fermarvi a godervi il panorama e le acque turchesi del lago con il vostro meritato pranzo (attenzione che ci può essere un pò di vento)..... oppure fare i pazzi e continuare fino a raggiungere il Pizzo. Consiglio comunque se volete fare il Pizzo di fermarvi a dormire al rifugio e ripartire il mattino seguente alla conquista della vetta. Non tanto per la difficoltà del percorso, in quanto c'erano anche bambini che andavano su come gazzelle, ma più per la lunghezza. Da quì infatti calcolate altre 4,30 per raggiungere il Pizzo, con un dislivello di circa 1.400 metri. Quindi, ovviamente....noi pazzi abbiamo proseguito dopo aver mangiato un solo panino, sotto lo sguardo incavolato di Link XD e gli sguardi preoccupati di chi scendeva.

Il sentiero per arrivare al pizzo non è particolarmente difficile, ma fate comunque sempre attenzione alla segnaletica, (che link ama scoprire gli strapiombi) e date sempre un occhio al vostro cane, che vi rimanga vicino.

Gli ultimi tratti del percorso vi daranno l'illusione di essere arrivati, ma non è così! E presenteranno delle parti in cui dovrete aggrapparvi con le vostre mani per tirarvi su, visto che quì ormai (2.554 m) non c'è sentiero battuto ma rocce.

Personalmente l'illusione dell'arrivo dopo tutte quelle ore precedenti di cammino, mi ha doppiamente affaticato ed ero pronta a rinunciare ogni 5 minuti. Sono stata molto vicina a fare marcia indietro o a fermarmi a mangiare, in quanto le gambe erano come pongo....ma come al solito ho il brutto vizio di non mollare, perciò tra porchi volanti e fare finta di non star per morire davanti la gente che scendeva (ma tanto lamia faccia diceva tutto), siamo riusciti a raggiungere la cima.

Da quì non posso spiegarvi la meraviglia, perché dovrete assaporarla tutta voi. E' come innamorarsi per la prima volta di nuovo. Senza complicazioni, senza pesi, ma solo con un'estrema purezza e sincerità!

Godetevi il paesaggio e respirate la libertà, perché vi assicuro vi rimarrà impressa per sempre. ❤

(Soprattutto la purezza animalesca con cui mi sono divorata i panini e l'acqua XD)

ahahahah!!! eeeeh adesso dovete scendereee! tieè! XD

Ma siccome sono quì per aiutarvi a non fare come me...vi dico che, una volta raggiunto di nuovo il rifugio Tavecchia, esiste la possibilità di scendere con un servizio di Jeep svolto dai gestori dei due Rifugi collocati nella stupenda conca. Purtroppo non so dirvi quanto costi o se costa, perché non abbiamo usufruito del servizio.

Se decidete di scendere a piedi comunque sappiate che non sarete i soli, ma avrete compagnia.

Quindi per concludere:

TEMPO : 3/3:30 fino al Lago; 8:30 fino al Pizzo solo andata;

DISLIVELLO : 910 / 1.400 m.

DIFFICOLTÀ' : E (escursionistica)

RIFUGI: Rifugio Tavecchia (tel. 340 5012449 )

Alla fine noi abbiamo percorso per un totale di ore in andata-ritorno di : 11 ore

sola andata 8,30 ore, partendo alle 7.15 e arrivando alla cima alle 15.15...morti! XD

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Su di me

Dopo un grave incidente stradale e dopo un forte dolore interiore , ho deciso di trasformarmi ogni giorno in una semplice anima di ventura, senza ricerca, ma con il solo intento di rendere il mio cuore così grande da contenere ogni cosa del mondo, come un immenso fiume che non conosce fine, o una montagna imponente che dà asilo alle piante e agli alberi e agli uccelli e agli altri animali.

Mano a mano col tempo, ho compreso che il finale più bello di un'avventura è la condivisione con gli altri. 

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