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LAGO PRABELLO | Alpe Prabello-Italia

  • Ale; Link & Marta
  • 25 ago 2017
  • Tempo di lettura: 7 min

“È quando sogni che concepisci cose straordinarie, è quando credi che crei veramente, ed è soltanto allora che la tua anima supera le barriere del possibile.” W.B.

Buongiorno anime di ventura! Oggi partiamo carichi per un'altra avventura!

Quest'estate io e la mia amica Marta, decidiamo di andare a goderci del meritato relax sull'alto lago, vicino a Suello. Come al solito anche se sembra, cosa facile non è per me trovare un posto dove possiamo pernottare insieme con Link e dove mettono a disposizione cibo senza glutine. Alla fine tra mille dubbi e : "ma siamo sicure?"; "ma dici che può andare?" ecc...ecc... , riusciamo a trovare un piccolo appartamento, mooolto delizioso dove Link è il benvenuto e dove noi possiamo prepararci le nostre leccornie come più ci piace!... :)

Così deciso, prepariamo tutti i bagagli, (io siccome devo preparare per due, sembra che parto per una spedizione senza più ritorno), e io incuriosita incomincio a navigare sulla cartina geografica, in cerca di qualcosa che riesca ad appagare la mia euforia d'avventura....ecco va a finire che esagero sempre....abbiamo due giorni e io ho riempito una pagina intera...-_-....ma è ovvio che dove c'è la parola lago, c'è precedenza!

Partiamo il giorno dopo, non troppo presto, con l'intenti di arrivare a mezzogiorno, per poi pranzare e fare un giretto l' vicino.....allora ecco che a questo proposito sorgono due problemi:

- uno: mi sono dimenticata il pranzo a casa; perciò mi sono dovuta arrangiare con gallette e prosciutto...prosciutto comprato in un'ora circa, aspettando che le mani della commessa si velocizzassero a furia di stare l' a fissarle con minaccioso sguardo, e i poveri miei due compari ad aspettare fuori;

-due: Il giretto si è rivelato un giro di più di due ore! Disperse in una giungla di felci, maledetta a me che il giorno prima avevo fatto palestra, con i paesani già ubriachi prima del pomeriggio, che discordavano sulle indicazioni da darci ridendosela, scoprendo poi una volta raggiunta una baita, che quella era la nostra meta finale, solo che aveva cambiato posto e nome.........gnhhhh!...

Sta di fatto che comunque ci godiamo i paesaggi e le avventure di morte e arriviamo alla nostra casetta, in attesa di morire in un sonno profondo, per partire la mattina seguente alla volta del Laghetto.

Il Laghetto alpino è situato all'Alpe Prabello, ai piedi del Pizzo Scalino. Per raggiungere il punto di partenza per il nostro trekking, dobbiamo dirigerci verso Chiesa Val Malenco e al km. 13.5 deviamo a destra, SuperImo Lanzada e Franscia, proseguiamo con quattro chilometri di ripidi tornanti fino ad arrivare a Campo Moro (m. 1990).

Lasciamo l'auto nel vasto parcheggio sotto il rifugio Zoia, di fronte al lago e alla destra di una fontana, troviamo la stradina che sale a questo rifugio.

Ovviamente già la mia pancia incomincia a chiamare per lo spuntino di metà mattina e io con lo sguardo languido ispeziono le scritte di cibo sulla locandina.....gnhhh.....lasciamo stare và..

Ci incamminiamo in salita su questa stradina e incontriamo alcuni segnavia, che indicano con il sentiero 346/301: Alpe Prabello e Rif. Cristina a ore 1.10, Passo degli Ometti a ore 2.40; con il sentiero 346: Rifugio Zoia a ore 0.05, Alpe Campagneda a ore 0.50, Rif. Cà Runcasch a ore 0.50.

Arrivati ad un bivio, seguendo le indicazioni, continuiamo a sinistra con la vecchia mulattiera. Passiamo sotto i cavi della teleferica di servizio e percorriamo il tornante verso destra che ci permette di raggiungere il Rifugio Zoia.

Il sentiero prosegue sulla sinistra; alcuni segnavia indicano il sentiero 346 per l'Alpe Campagneda a ore 0.40, il Passo di Campagneda a ore 2.20 e il Monte Spondascia a ore 2.30. Già possiamo ammirare verso sud l'imponente Scalino, al quale ci avvicineremo, mentre sull'altro lato ci accompagnerà per un tratto la vista sul sottostante lago di Campomoro.

Mentre procediamo tra pini silvestri e rododendri, Link che sente la bella arietta gresca di montagna, ingrana la quinta e nessuno lo fermerà più!

Percorriamo un tratto con lievi saliscendi con vista sulla diga del Lago di Alpe Gera e sul soprastante Ghiacciaio Fellaria (in piccolo riusciamo a distinguere sulla sinistra anche il rifugio Bignami m. 2401). Dopo aver percorso un altro breve tratto in piano, riprendiamo a salire e raggiungiamo la Falesia dello Zoia (m. 2100). Qui troviamo dapprima un grosso masso sporgente e poi una parete attrezzata come palestra di roccia con varie vie di salita (quinto, sesto e settimo grado).

E io incomincio a soffrire, perché ho lasciato le scarpette d'arrampicata nel baule della macchina, e incomincio a percorrere con occhi sognanti quelle vie meravigliose, con quei colori, quelle sporgenze.....e ok basta! Non guardare! Testa bassa, piedi a terra e camm...aaaaah! Guarda ppotrei farlo senza...no! Andiamo oltre e percorriamo un breve tratto in discesa per poi tornare a salire, lasciamo a sinistra un altro casello dell'acquedotto con una freccia rossa che indica il rifugio Zoia alle nostre spalle. Quasi in piano, superiamo alcuni rigagnoli che attraversano il cammino e raggiungiamo un bivio dove i segnavia indicano a sinistra: il Monte Spondascia a ore 2.10; diritto: l'Alpe Campagneda a ore 0.20, i Laghi e il Passo di Campagneda a ore 2. Ora il Pizzo Scalino si erge di fronte a noi. Scendiamo in una valletta percorsa da un torrente. e ci incamminiamo su una pianeggiante stradina sterrata, fino a raggiungere un ponte che ci permette di oltrepassare il torrente. Alla destra ci sono le baite dell'Alpe Campagneda e il sentiero che continua verso l'Alpe Prabello.

Diversi segnavia indicano: Alpe Campagneda m. 2140; diritto (sent. 346): Rifugio Cà Runcasch a ore 0.05, Laghi di Campagneda a ore 0.50, Passo di Campagneda a ore 1.40; a destra (sent. 346/1): A. Prabello a ore 0.30, Rifugio Cristina a ore 0.30, Passo degli Ometti a ore 2; a sinistra (sent. 346): Campo Moro a ore 0.30.

Prima di procedere ammiriamo un pò il panorama, ci dissetiamo e io ovviamente cerco di molestare le bellissime mucche....ma stavolta vien fuori il proprietario e devo rinunciare,,,ma solo per stavolta....ci riprovo quando torno indietro!

Proseguiamo a destra verso l'agriturismo il Cornetto, ma dopo pochi passi, prendiamo un sentiero sulla sinistra, che ci porta ad un rudimentale ponticello, costruito con due tronchi e due assi di legno. superiamo un affluente del torrente che troviamo poco più avanti.Superato anche il torrente con un altro ponticello di legno, riprendiamo a salire. Percorriamo un breve tratto su fondo roccioso e poi continuiamo quasi in piano tra larici e rododendri fino a raggiungere un pianoro al centro del quale superiamo un ruscelletto tramite un ponticello di legno (cinque tronchi) con le sponde. Tra prati e cespugli di rododendro, raggiungiamo una zona acquitrinosa che attraversiamo camminando su alcune pietre.

Lo spettacolo davanti ai nostri occhi è bellissimo, pieno di colori e lo spazio così ampio da perdere lo sguardo e sentirsi immersi in tutto.

Link zampetta a perdifiato, godendosi anche lui questo senso di libertà. Proseguendo sempre leggermente in diagonale troviamo un bivio con la sua segnaletica : I segnavia indicano, diritto (sentiero 347): Prabello - Rifugio Cristina a ore 0.20, Alpe Acquanera a ore 0.50; dietro a destra (sentiero 346/1): Alpe Campascio a ore 0.10, Franscia a ore 1.40; dietro di noi (sentiero 346/1): Alpe Campagneda a ore 0.10, Rifugio Cà Runcasch a ore 0.10, Campo Moro a ore 0.40. Il percorso si mantiene al margine destro del pianoro, prima in piano e poi in salita tra radi larici. Nel valloncello a sinistra scorre un rivolo e proprio quì troviamo dei vitelli al pascolo e un cavallo, che spiccava in mezzo a loro, a brucare l'erba. Ovviamente non mi faccio perdere nulla e tra chi più timido e chi più coraggioso mi avvicino a fare qualche amicizia.

Proseguiamo sul nostro tragitto che si divide in due tracce parallele, giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido. In cima voltiamo a sinistra e ci immettiamo su di una sterrata (m. 2210). I segnavia indicano a sinistra: A. Campagneda a ore 0.25, Laghi di Campagnera a ore 0.40, Passo di Campagneda a ore 1.40, Rifugio Cà Runcasch; a destra: A. Prabello - Rif. Cristina a ore 0.15, A. Acquanera a ore 1, Passo degli Ometti a ore 2. Andiamo a destra in piano. Poco più avanti superiamo un rivolo con un ponte. Continuiamo in leggera salita e raggiungiamo una insellatura. Alla sinistra ritroviamo il sentiero. Da questo punto cominciamo a vedere, in lontananza, la chiesetta della Madonna della Pace all'estremità dell'Alpe Prabello.

Possiamo continuare con la sterrata, che si abbassa in un avallamento per poi risalire, oppure, seguendo i bolli, con il sentiero che, dopo un tratto in piano, sale, prosegue in leggera discesa e poi ancora in piano, ed infine torna ad immettersi sulla stradina. Continuiamo in piano, superiamo un ruscello con un ponticello di legno e pietre, e arriviamo all'alpeggio. Il rifugio è di fronte a noi.

Non vedo però nessun lago e nessuna traccia, che ne faccia intuire la presenza....non lo dò a vedere ma incomincio a diventare una bambina triste.

Passiamo però tra le baite dell'alpe, superiamo alcuni ruscelletti e poi andiamo a destra verso la chiesetta e aggirate alcune grosse pietre, vediamo davanti a noi il piccolo laghetto.

Il laghetto è molto piccolo, di forma allungata. Nelle sue acque si specchiano, a secondo da quale lato lo si guardi, il Pizzo Scalino (m. 3323) o il Monte Disgrazia (m. 3678)

Il freddo si fa sentire bene, visto che ormai il sole è sparito da un pezzo dietro una coltre perenne di nubi, ma decidiamo comunque ormai troppo affamati di fermarci lì a pranzare. In compagnia del nostro laghetto e ogni tanto di qualche cima innevata, che fa capolino tra le nuvole, ci avventiamo tra i vari cibi, comprati al piccolo negozietto in Val Malenco. Io mi affogo con enorme piacere nel caldo benvenuto di una barretta di cioccolato.

Finito il nostro pasto e con le gambe e le mani tremanti dal freddo, ci spingiamo un pò più verso il limite della valle per poter godere meglio del panorama.

Riposarci non è possibile perchè fa troppo freddo e quindi decidiamo di tornare sui nostri passi fino a casa, prima però passando in visita tra le casette e i caproni che le custodiscono.

Non è necessario dire che tornando indietro, mi sono fatta qualche passaggio senza le scarpette! XD Per fortuna che avevo Marta che se morivo chiamava qualcuno...che Link mi teneva in conservazione! XD

Quindi per concludere:

TEMPO : ore 1:10 solo salita

DISLIVELLO : 277 / 440 m.

DIFFICOLTÀ' : E (escursionistica)

RIFUGI: Rifugio Cristina (tel. 0342 452398)

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Su di me

Dopo un grave incidente stradale e dopo un forte dolore interiore , ho deciso di trasformarmi ogni giorno in una semplice anima di ventura, senza ricerca, ma con il solo intento di rendere il mio cuore così grande da contenere ogni cosa del mondo, come un immenso fiume che non conosce fine, o una montagna imponente che dà asilo alle piante e agli alberi e agli uccelli e agli altri animali.

Mano a mano col tempo, ho compreso che il finale più bello di un'avventura è la condivisione con gli altri. 

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