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LAGO DARENGO | Livo-Italia

  • Link & Ale
  • 25 lug 2017
  • Tempo di lettura: 7 min

"La montagna più alta rimane sempre dentro di noi "

W.B

Buongiornooo Pollcini! EEh ormai vi chiamo così, basta. Partiamo per un'altra avventura!

Stavolta si suda però eh! Ho proprio bisogno di sfogare un pò di frustrazioni e dolori in questa escursione....ho bisogno della mamma montagna!

Quindi partiamo alla volta del Lago Darengo e della Capanna Como! Dovevo andarci con una persona speciale per me, ma invece ci vado con voi e con con Link, che è ancora meglio!

La Val Darengo è davvero meravigliosa, con il suo lago che si accoccola ai pedi di massicci granitici e creste aguzze che sono una benedizione orgasmica per i miei occhi ed infatti è una delle più selvagge e spettacolari zone della regione. Il sentiero che la percorre si sviluppa in un ambiente piuttosto variegato che attraversa pascoli montani e bellissimi boschi di faggio, dove sembra di entrare nel mondo del Signore degli anelli o di Skyrim e dove si cammina circondati da imponenti massicci montuosi, costeggiando per lunghi tratti il torrente di fondovalle che dà luogo a innumerevoli salti d'acqua e placide piscine naturali.

Il trekking in Val Darengo parte in prossimità di Dangri al termine della Valle di Livo.

Per arrivarci prendiamo la statale 340 Regina, arriviamo fino a Gravedona dove prendiamo la provinciale 4 per Peglio, Livo e Dosso del Liro allontanandoci dal lago. Dopo alcuni chilometri troviamo un bivio e continuiamo sulla destra per Livo. All'inizio del paese prendiamo una strada sulla sinistra (cartello crotto Dangri) con la quale arriviamo al cimitero.

Inutile dire che per arrivarci...io ecco...ho sbagliato strada dove girare, mi sono infilata in una stradina stretta...per incastrarmi in un maledetto vicolo dove per fare manovra ed uscire sono scesi proprio tutti i Santi a spostare fisicamente la macchina...eeee comunque...Ah no ecco...c'è un altro: "è inutile dire".....è inutile dire che ovviamente come al solito quando vado in montagna ho questo irrefrenabile desiderio di parcheggiare l'auto lontana un'ora e mezza dal punto di partenza...cioè in paese...ecco voi non lo fate. Fate la strada che noi abbiamo fatto a piedi, sia chiaro per riscaldamento, in auto.

Infatti una volta arrivati al centro paese la strada prosegue per altri tre chilometri, alternando tratti sterrati ad altri con il fondo in cemento, fino a Dangri dove, sulla destra, troviamo l'antico ponte in pietra e le piscine naturali formate dal torrente Darengo.

Parcheggiate la macchina nella piazzola che precede il crotto o in qualche slargo ai margini dell'ultimo tratto di strada. I segnavia indicano: Dangri m. 650; Rifugio Pianezza a ore 2.30, Rifugi Como e Darengo a ore 4.00, Bivacco Ledù a ore 5.00.

Oltrepassato il ponte, miracolosamente sopravvissuto ad una disastrosa alluvione, si sale nel bosco lungo una ripida mulattiera. Dopo la prima curva possiamo gettare lo sguardo, dalla parte dalla quale siamo arrivati, per ammirare il Legnone che si erge in fondo alla valle. Continuiamo fino a raggiungere due pilastri, e una volta superati raggiungiamo il intravedere il seicentesco Santuario della Madonna di Livo. Accanto alla chiesa ci sono tavoli e panche in pietra all'ombra di alcuni alberi.

La mulattiera prosegue sulla destra dove vecchi e grandi alberi di castagni ci fanno ombra fino a raggiungere una cappellina con una campana, che fa da guardiana all'alpeggio di Baggio, dove vecchie abitazioni ci accolgono col loro torpore di legno.

Ci rinfreschiamo alla fontana dove troviamo il segnavia che indica il Rifugio Pianezza a ore 1.50, il Rifugio Capanna Como a ore 3.20 e il Bivacco Ledù a ore 4.20. Superati i prati dell'alpe si apre la vista sul profondo solco che costituisce la Val Darengo; qui la presenza umana si affievolisce e finalmente si odono solamente i suoni del bosco e delle cascate che, dal versante opposto, si gettano a valle. La traccia si fa pianeggiante e procede in costa sul lato sinistro. Scavalchiamo un rivolo. Dopo una curva a sinistra guadiamo un torrente. Lungo tutta l'escursione non abbiamo mai trovato torrenti carichi di acqua e pertanto siamo sempre riusciti a superarli "senza problemi" camminando sulle pietre affioranti. Scavalchiamo un altro rivolo e troviamo poi sulla destra una fune di acciaio utile in caso di neve o ghiaccio. Nella bella stagione non ci sono problemi, il sentiero infatti è largo. Sull'altro lato della valle vediamo due cascate. Superiamo un rivolo che scorre sotto due grosse pietre e percorriamo un tratto con delle protezioni in ferro, di colore bianco, verso valle. Percorriamo un tratto in discesa, continuiamo quasi in piano tra i noccioli, e poi attraversiamo una faggeta.

Sotto un masso che forma una piccola grotta, vediamo un quadretto con una immagine raffigurante una madonna.Alla fine del bosco superiamo una serie di pietre. Davanti tra i cespugli cominciamo a vedere il Ponte di Borgo e la bella piramide del Croce di Ledù. Arriviamo al ponte. I segnavia indicano: Ponte di Borgo; davanti: Rifugio Pianezza a ore 1.15, Rifugio Capanna Como a ore 2.45, Bivacco Ledù a ore 3.45; dietro: Dangri a ore 0.45.

E quì ragazzi miei...no io non sono competitiva..amo assaporare la montagna...ma si ho recuperato quelli che erano partiti prima di me...si va bè di una certa età...ma checcentra... I soliti commenti sul fatto che sono da sola e che probabilmente su il lago era chiuso per problemi e che era pericoloso fino lassù e...e...Uno dei Signori mi punzecchia dicendo che certo è facile per me con il cane che tira....sorrido "felicemente" e ingrano l'ottava...no non sono competitiva....insomma...

Superiamo il ponte, riprendiamo a salire sull'altro versante e proseguiamo fino a raggiungere un cancelletto.

Ecco c'è una maledetta catena al cancello e come cavolo la apro? Non ho mica i grimaldelli come Skyrim!....ecco arriva l'anziano di prima e dice: " eh ma com'è possibile, no no si deve aprire!"...e lo apre....mannaggia la....lasciamo stare, continuiamo và. Torniamo a salire, poi in piano superiamo un rivolo e, con pochi passi in discesa raggiungiamo le prime due baite di Borgo, la seconda delle quali ha il tetto rotto.

Dopo un breve tratto quasi in piano, continuiamo in salita dapprima tra i cespugli e poi tra gli alberi. Sull'altro lato della valle il torrente forma una cascata.Lasciato un rudere alla sinistra, raggiungiamo il nucleo principale del borgo. Tra le vecchie baite, tutte disabitate e alcune in rovina, troviamo una fresca fontana.

Riprendiamo il sentiero che scorre sulla sinistra e alterniamo due tratti in salita e uno in piano, tra erba e massi, poi ci addentriamo in una faggeta. Raggiungiamo un ponte e seguiamo il segnavia che ci indica di procedere diritto e segnala il Rifugio Pianezza a ore 0.40, i Rifugi Como e Darengo a ore 2.10 e il Bivacco Ledù a ore 3.10. Continuiamo in leggera salita e rientriamo nel bosco. Seguiamo sempre il torrente Darengo che ci accompagna alla destra tra pozze e saltelli. Superiamo uno slargo dove ci teniamo alla destra verso il torrente e percorriamo due tratti in salita intervallati da uno quasi in piano e guadiamo un torrente. Continuiamo in leggera salita e superiamo un altro guado, attraversiamo un prato e rientriamo ancora una volta nel bosco, dove incontreremo un masso con una madonnina.

Da raggiungiamo una radura dove sulla destra troviamo i ponte di Pianezza e dove vari segnavia indicano diritto: Rifugi Capanna Como e Darengo a ore 1.30, Passo dell'Orso a ore 2.30; a destra superando il ponte in pietra: Rifugio Pianezza a ore 0.05, Alpe Ingherina a ore 0.45, Bivacco Ledù a ore 2.30; dietro: Dangri a ore 1.30. Proseguiamo in leggera salita, tra prati e qualche masso e al termine di un prato guadiamo un torrente e superiamo un gruppo di alberi, ancora due guadi e poi entrando nel bosco si ricomincia a salire, con qualche pietra che ci aiuta offrendosi da gradino.

Attraversata una piccola radura, tra alberi e cespugli raggiungiamo dei segnavia che indicano davanti i Rifugi Capanna Como e Darengo a ore 0.50 e il Passo dell'Orso a ore 1.45.

E con l'ultimo benedetto guado verso destra, entriamo nella grande radura dell'Alpe Darengo (m. 1379).

E....e cosa vedono i miei occhi!?...cosa vedono?!

CAVALLI LIBERI...AAAAAAH CAVALLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!

OH ehm...scusate....corro a perdifiato ovviamente come una bambina...un pò spastica io, visto che ho ingranato un pò troppo e le mie gambe cominciano a tirarmi dei pugni.

Ovvio e certissimo che mi fermo a godermi i cavalli, attorniato da questo splendido paesaggio...e facendo vicine idiote....ma funziona! Uno dei due puledri, anche se diffidente si avvicina piano pano con link che già preoccupato lo guarda....sia mai che un altro animale gli sgualcisca il pelo! Allora i cavalli si accontentano dei miei piedi....non so se perché puzzano XD

Non vorrei rialzarmi mai più, ma dobbiamo continuare. Attraversiamo la radura, in salita, seguendo alcuni ometti, tra erba, pietre e cespugli e attorniati da tutti i lati dai monti raggiungiamo il letto del Torrente Darengo (m. 1450).

Lo attraversiamo senza problemi e iniziamo a salire ripidamente tra cespugli e alberelli. Poi la pendenza aumenta. Attraversiamo l'ultima faggeta (m. 1485). Percorriamo un tratto al sole, quasi in piano, poi riprendiamo a salire tra cespugli a qualche albero. La pendenza aumenta. Superiamo un tratto con il fondo roccioso poi continuiamo con minore pendenza tra erba e cespugli. Dopo due passi in discesa, scavalchiamo un rivolo e riprendiamo a salire (m. 1530). Siamo arrivati al punto più faticoso che d'estate sarebbe bene non percorrere nelle ore più calde.

eeeeeh che noi percorriamo in uno dei momenti più caldi prima di pranzo, mannaggia la gioia!

Non ci sono più alberi. Circondati come siamo dai monti, si muove poca aria.

Consiglio: portatevi un cappello e degli occhiali da sole.

Niente io non ho aria e non ho neanche il cappello, non respiro e mi gira la testa come una trottola e alzare un piede è diventato come alzare un panino al formaggio sciolto al sole,,,come se non esistesse.

Eddai guardate quà!!!

Ho trascorso gli ultimi 50 minuti come i più brutti della mia vita...continuavo a ripetermi che basta non ce la facevo, con la testa piena di tutto e di niente, un turbinio costante di cose, con le gambe che non reggevano, i piedi che scivolavano ad ogni passo e i tagli alle gambe che si susseguivano, e il cuore nella gola...ma niente... chissà cosa non mi ha fatto mollare...forse il fatto che avevo qualcosa da superare anche dentro di me...e quando arrivo su...niente...

TIé! RECORD MONDIALE, ALESSANDRA VINCITRICE ASSOLUTA (senza neanche la minima fatica) DELLA SCALATA IN MONTAGNA. SI! SONO PARTITA ALLE 10 E SONO ARRIVATA IN CIMA ALLE 12.50!

davanti a noi la bandiera del rifugio, la strappiamo a mò di trionfo e un elicottero getta milioni....miliardi...biliardi di euro per la mia....ok la smetto.

Davanti vediamo la bandiera del Rifugio Capanna Como scavalchiamo un rivolo e ci accasc,,,ahem...ci sediamo sulle sponde del Lago. A magnà!

pranzino con vista lago stupenda...ù sole...e discesa verso casa...ovviamente non potevano mancare i danni XD...taglio allo stinco e una bella storta alla caviglia...con il fatto che se mi fermavo non riuscivo a stare in piedi talmente i muscoli vibravano come un idromassaggio...salvataggio del peloso nel torrente nonostante tutto...Madonna l'infarto...però abbiamo avuto anche la fortuna di beccare una volpe ❤....senza dimenticare i miei cavalli...che ho cacciato un urlo quando li ho visti...urlo con eco ovviamente...la giornata più piena e più impegnativa in assoluto...superando i limiti del limite...non la dimenticherò sicuramente! Adesso direi di cenare xD e poi non vedo l'ora di ficcarmi in un piumone per sempre direi! A godermi un po' la mancanza del mondo che non è mai abbastanza! ❤

Quindi per concludere:

TEMPO : ore 4 solo salita; ore 2 discesa

DISLIVELLO : 1.100 mt.

DIFFICOLTÀ' : E (escursionistica)

RIFUGI: Capanna Como (oppure Avert Darengo : 14 posti letto

previo ritiro chiavi. N. di tel: 0344 89761)


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Su di me

Dopo un grave incidente stradale e dopo un forte dolore interiore , ho deciso di trasformarmi ogni giorno in una semplice anima di ventura, senza ricerca, ma con il solo intento di rendere il mio cuore così grande da contenere ogni cosa del mondo, come un immenso fiume che non conosce fine, o una montagna imponente che dà asilo alle piante e agli alberi e agli uccelli e agli altri animali.

Mano a mano col tempo, ho compreso che il finale più bello di un'avventura è la condivisione con gli altri. 

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