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LAGO DELL'ACQUAFRAGGIA | Borgonuovo-Italia

  • Link & Ale
  • 9 set 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

Mentre, una notte, andava a spasso la vecchia tartaruga fece il passo più lungo della gamba e cascò giù con la casa voltata sottoinsù. Un rospo le strillò: Scema che sei! queste sono scappatelle che costano la pelle... -Lo so- rispose lei- ma prima di morire vedo le stelle. Se come dice la gente son pazza...e allora questa è la pazzia...ci voglio morire fino in fondo al cuore ❤.

Eccoci con un'altra avventura da raccontare! Questa state pronti, è bella tosta! Ma è sicuramente una buona prova per sapere se si è pronti ad alzare un pò l'asticella.

Il sentiero parte dalle Cascate dell'Acquafraggia, che mi ha fatto scoprire mio fratello su una mappa. Me le ha tirate dietro ogni volta, e ogni volta non ci volevo andare perché era un percorso troppo leggero. Infatti se vi mantenete nella zona iniziale potete godere di una tranquilla passeggiata circondati dalla frescura delle cascate e da un bel parco. Ovviamente quando ho scoperto che c'era un itinerario spacca-ossa con un lago alla fine, è diventata una questione di vita o di morte arrivarci. Più di morte quando ho scoperto che il dislivello da affrontare era dai 1700 ai 2800 m. Io abituata ai 1100m... perciò, prima mi sono data a qualche escursione di preparazione e alla realizzazione di integratori naturali. (visto la mia allergia al glutine).

Era la prima volta ad essere abbastanza agitata nell'affrontare un'escursione, soprattutto perché la sentivo come un test.

Comunque...Il pizzo Galleggione è la poderosa montagna che domina la sponda settentrionale della val Bregaglia italiana. È ben visibile da Chiavenna, ma addirittura da alcuni lidi del lago di Como.

In ogni caso la salita non si presenta particolarmente difficile a livello tecnico, ma è molto lunga e faticosa.

Per arrivare alle cascate la vostra meta è Borgonuovo: da Chiavenna si prende per il passo del Maloja e brevemente si arriva al paese. Sulla sinistra della strada troverete i cartelli con scritto Cascate, prendete la prima stradina col cartello, passate il chiosco vicino al parco prendendo una stradina che passa vicino alle case e poco dopo troverete uno spiazzo dove lasciare la macchina e dove incomincia a salire la vecchia mulattiera.

Prendiamo quindi il sentiero per Dasile e Savogno, quindi le deviazioni per quest'ultimo. Ci sono molte varianti possibili, tutte ben segnalate, che si intrecciano tra boschi, ruscelli e rocce. Percorrendo la famosa mulattiera selciata e scalinata per circa 1:30 ore, arrivo al borgo alpestre di Savogno.

Se volete fare un giro tra le viuzze e le case sarete accolti da un profumo molto antico. Mi sposto poi verso il vicino agglomerato di Dasile. Vi troverete ad una biforcazione con un cartello che indica dritto: Dasile appunto e sulla sinistra un sentiero che sale senza indicazione. Ecco siccome io non avevo voglia di soffermarmi a visitare il borgo ho tentato il sentiero sulla sinistra dicendomi che "se cannavo mannaggia a me e perché scelgo sempre le strade in salita che poi muoio." Alla fine semplicemente ho saltato Dasile e non mi sono persa. Quindi a voi la scelta. :)

Sicuramente a Dasile il paesaggio è molto aperto e potete avere una visuale di Chiavenna e delle cime Badile e Cengalo.

In ogni caso, indipendentemente da quale sentiero decidiate di percorrere, vi ritroverete sulla dorsale del monte.

Da quì io e Link ci alziamo fino ai pascoli di Corbia dopo circa ore 1:15, con una stupenda vista sulla Valchiavenna. Continuando sul percorso arriviamo alle baite ormai tutte abbandonate, ma dove mi innamoro di uno spiazzo meeeeraviglioso! Ho sempre avuto nella mia testa un posto del genere, e mai lo avevo trovato fino ad allora! Ovviamente mi sono persa in mille scatti XD

Procedendo troviamo un salto di rocce che seguiamo verso destra fino a superare la dorsale e inoltrarci nella valle dell'Acquafraggia.

Da quì inizia il mio incubo, ma anche quello di Link. Non vedevo più cartelli, né i segnavia rossi/bianchi e il sentiero quì è molto stretto e presenta molte rocce che non si possono superare con un semplice passo, soprattutto con un cane appresso. Non ho foto che mostrano il fatto, perché se avessi tirato fuori il cellulare sarei sicuramente caduta nel dirupo.

Il mio timore era che la strada potesse essere sbagliata, ma soprattutto che Link potesse cadere visto i tratti molto esposti; così talvolta, siccome non sapeva bene come passare dei tratti ho dovuto prenderlo con un braccio mentre con l'altro mi aiutavo a superare l'ostacolo. Lincubooooooo!!!

Alla fine nella disperazione soffocata arriviamo al cospetto di una serie di casette in pietra. Ecco! Anche quì non trovo nessuna indicazione o cartello, ma vedo dell'acqua perciò presumo che la direzione sia verso sx salendo il pendio. Potete trovare delle bellissime vasche con acqua per dissetarvi.

Alla fine riesco a trovare nascosto nell'erba alta un segnavia,e incominciamo a percorrere una serie di tornanti, mentre mi sale la bestemmia che sto morendo tra allucinazioni di rabbia pura XD. Vi dico che davvero questo ultimo pezzo si fa sentire bene sulle gambe.

Alla fine vedo dei maledetti cartelli....grazie tante.....il lago dell'Acquafraggia è lì a 1 metro a destra....-_-

Decido di fermarmi un pò più in là a mangiare, quindi scendendo sulla destra superiamo un ponticello e costeggiamo il lago fino poco prima dei pendii del Pizzo Galleggione.

A chi arriva ad un orario decente, ed ha forze ancora per circa 2 ore, consiglio di ripiegare dai cartelli sulla sinistra verso il Laghetto della Piangesca.

Mi copro bene perché l'aria è molto fresca e tira parecchio, d'altronde siamo a quota 2043. Mangiamo sotto gli sguardi delle capre che sono scese in massa dal Pizzo, facendo compagnia a qualche asino.

Avevo una voglia matta di arrivare fino al Pizzo Galleggione, ma visto l'orario e visto la stanchezza era meglio rimandare ad un'altra volta, visto che minimo ci saranno volute un 3 ore.

Riaffianchiamo il lago e scendiamo di nuovo verso Ponciagna. Da quì ovviamente col cavolo che ho rifatto la strada di andata, ma ho preso un sentiero, ovviamente senza segnavia, che scendeva verso valle.

Già sono in ansia che non so se la strada è giusta, che se sbaglio le madonne vengono giù, che mi vengono a prendere in elicottero che è ormai è pure sera; pure Link ci si deve mettere a sparire dietro muretti e valli, perché si deve rotolare nella cacca di mucca!

Prendo allora la bussola, giusto per mantenermi nella giusta direzione, visto che ormai i sentieri non battuti da mesi non sono neanche più visibili.

Dopo, ma solo dopo, scopro che le zone che abbiamo attraversato sono Alpigia, Prati e Sant'Antonio.

So solo che ad un certo punto sono cominciate le scalinate e il selciato, precedute dal, me benedetto, segnavia che indicava Savogno.

Oltre 3000 benedettisimi gradini, che mi hanno spaccato le ginocchia e mi hanno fatto venire le allucinazioni. A metà percorso, credo, vedo un cartello e leggo: Bordinuò..............che cazz......il panico e il sudore freddo, che adesso ho sbagliato e mi devo rifare tutti i gradini in salita e mi metto a piangere e rimango quì. Controllo che ho la luce frontale...tanto ormai.....rileggo il cartello................................eddai! Mannaggia al.....Borgonuovo....Ale....BORGONUOVO c'è scritto Ale!

Sospiro di sollievo e riprendiamo la scalinata verso l'inferno. In circa ore 2:30 ritorniamo stanchi e sudati a borgonuovo, raggiungiamo la macchina e corriamo verso casa. Nonostante i momenti di panico, abbiamo resistito molto bene al dislivello e ci siamo promossi! XD

In conclusione, considerando anche il rallentamento dovuto alle indicazioni mancanti e alle difficoltà tecniche canine:

Salita: ore 4

Discesa: ore 2:30

Dislivello: 1700 m

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Su di me

Dopo un grave incidente stradale e dopo un forte dolore interiore , ho deciso di trasformarmi ogni giorno in una semplice anima di ventura, senza ricerca, ma con il solo intento di rendere il mio cuore così grande da contenere ogni cosa del mondo, come un immenso fiume che non conosce fine, o una montagna imponente che dà asilo alle piante e agli alberi e agli uccelli e agli altri animali.

Mano a mano col tempo, ho compreso che il finale più bello di un'avventura è la condivisione con gli altri. 

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